L’incontestabile rispetto per gli Alberi

Se cominciassimo veramente ad osservare gli alberi e riflettessimo sulla loro struttura, forse cominceremmo a non considerarli solo come semplici elementi di “arredo” per il nostro giardino o come instancabili produttori di frutta, legno o altri prodotti.

Gli alberi sono il risultato di un incredibile percorso evolutivo, che a partire dalle prime “piante” acquatiche ha portato alla colonizzazione degli ambienti terrestri attraverso la differenziazione di tessuti fondamentali al sostegno meccanico in assenza di acqua, insieme ad elementi adibiti al trasporto di nutrienti ad altezze notevoli dal punto di approvvigionamento.

Questa colonizzazione ha consentito la formazione di immense foreste, super-organismi i cui elementi strutturali sono perennemente in comunicazione dall’intricata rete radicale e di micorrize (funghi simbionti) che occupano le profondità del suolo.

 

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Le micorrize aumentano l’interfaccia di esplorazione radicale. Nella foto, il differente ruolo nel ciclo del carbonio tra funghi micorrizici e decompositori in piante di faggio e abete rosso (da Focus.it)

 

Come spesso però accade nella nostra società, diamo per scontata la natura di ciò che ci circonda e la lettura che ne diamo è fortemente influenzata dal livello del “facilmente visibile”. Quando pensiamo ad un albero, subito ci vengono in mente un tronco ed una chioma, ma è una visione fortemente riduttiva.

Il vero “cervello pensante” si trova sotto i nostri piedi ed è da quella struttura che dipende l’esistenza della pianta. Infatti, le radici, oltre ad offrire il nutrimento ed il radicamento, diventano l’interfaccia di comunicazione con le altre forme viventi, interagendo quindi con l’intera rete ecologica. Descrivendolo in chiave antropomorfa, potremo dire che un albero è strutturalmente il contrario di un essere umano, con la testa e la bocca (radici e peli radicali) rivolti verso il basso e l’apparato digerente verso l’alto (vasi conduttori e foglie per la fotosintesi). C’è poi da dire che la porzione visibile è solo una parte della biomassa complessiva: l’estensione dell’apparato radicale può avere una distribuzione fino a 4 volte maggiore rispetto l’estensione della proiezione della chioma.

 

 

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Possibile sviluppo delle radici rispetto alla “drip line” della chioma, a partire dal colletto della pianta.

 

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Radici di Faggio, in parte visibili in superficie

 

Fatta questa premessa, tesa a dimostrare la rispettabilità di questi organismi a prescindere da ogni utilità umana, vediamo alcune delle tante funzioni ecosistemiche che fanno di queste piante degli attori importanti nel preservare il pianeta:

contrastano il cambiamento del clima: il legno non è altro che carbonio organico ottenuto da quello inorganico presente nell’atmosfera (CO2), grazie al fenomeno della fotosintesi. Provate quindi ad immaginare la massa di un albero…quella è tutta anidride carbonica eliminata dall’atmosfera!

preservano il territorio: le radici per mantenere ancorata la pianta, aderiscono fortemente al terreno trattenendone le particelle. Questo conferisce forte stabilità al suolo che, soprattutto negli ambienti declivi, può altrimenti subire dissesti e smottamenti.

arricchiscono il terreno: i suoli del sottobosco sono i più fertili del mondo. Infatti, la presenza di un apporto costante di lettiera (foglie e rami) e successiva decomposizione, mantiene elevati i livelli di sostanza di organica.

depurano il terreno dalla presenza di inquinanti: alcune specie in particolare, sono in grado di metabolizzare metalli pesanti fissandoli nei tessuti e rimuovendoli dal terreno.

mitigano gli effetti delle alluvioni: la maggiore presenza di sostanza organica, incrementa la capacità del terreno di assorbire acqua. Inoltre, le presenza della radici migliora la struttura del suolo favorendo la penetrazione dell’acqua.

rinfrescano l’ambiente: caratteristica importante soprattutto in città, dove nei periodi estivi sono frequenti i fenomeni delle “isole di calore” provocati dalla presenza del cemento. Attraverso la traspirazione, alberi e arbusti riescono a creare un ambiente considerevolmente umido da abbassare la temperatura.

migliorano la qualità dell’aria in città: oltre ad aumentare i quantitativi di ossigeno, sono importanti per gli abbattimenti del particolato e fanno da schermo all’inquinamento acustico

funzionano da nicchia ecologica: gli alberi possono divenire rifugio e fonte alimentare per diversi animali, oltre che corridoi ecologici per il passaggio degli stessi da un ambiente all’altro.

diversificano la produzione agricola: la presenza di alberi rende più produttivo l’agroecosistema sia per una più efficiente utilizzazione delle risorse che per una diversificazione del prodotto raccolto (anche per l’ottenimento di energia).

Sono poi tante altre le funzioni che un albero può assolvere, anche in base alle emozioni che riesce a trasmettere: ispirazione, buon umore, saggezza, bellezza…

Un quantitativo di motivazioni veramente incontestabile, che ci indica come piantando un albero, non si sbaglia mai! L’importante è mantenerlo curato, sopratutto negli ambienti urbani.

Il momento migliore per piantare alberi era 20 anni fa. Il secondo momento migliore è adesso“- Confucio.

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